Annalaura di Luggo
Annalaura di Luggo è un’artista nata a Napoli dove vive e lavora. Presente alla 58.ma Biennale di Venezia e alle Nazioni Unite di New York, il suo percorso si muove prevalentemente tra ricerca multimediale, fotografia, video e regia. Le sue opere e le sue installazioni, realizzate attraverso la fusione di tecnologia e manualità, dialogano, per complessità e varietà, con il fruitore che è protagonista dell’azione concettuale e stimolano il dialogo su questioni sociali. Ha, con destrezza ed empatia, affrontato l’incarcerazione (“Never Give Up”), le questioni ambientali ("Sea Visions / 7 punti di vista"), i diritti umani ("Human Rights Vision" per la Fondazione Kennedy di New York), la cecità ("Blind Vision" presentato alle Nazioni Unite ed al Consolato Italiano di NY) e la natura e la biodiversità ("Genesis" per la 58ma. Biennale di Venezia). Per il progetto artistico Napoli Eden, ha utilizzato l’alluminio riciclato per costruire quattro gigantesche installazioni pubbliche site-specific che hanno incoraggiato il dibattito sulla sostenibilità nella sua città: Napoli. Questo progetto ha ispirato la creazione del docufilm “Napoli Eden”, diretto da Bruno Colella che ne racconta il processo creativo. “Napoli Eden” si è qualificato per la “Consideration” agli Oscar 2021 nella categoria “Best Documentary Feature” ha vinto 8 festival internazionali e 8 nominations ed è stato selezionato dal MAECI (Ministero degli affari Esteri) nell’ambito del “Progetto Promozione Paese Italia nel mondo”, attraverso il Cinema di settore relativo all’arte. L’alluminio riciclato e la monumentalità ritornano anche in “Colloculi / We Are Art”, una gigantesca iride scultorea che trasmette contenuti multimediali ed interattivi, presentata in anteprima presso la Fondazione Banco Napoli del capoluogo campano ed al MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli il cui processo creativo è il focus del documentario “We Are Art through the Eyes of Annalaura”, diretto dalla stessa artista, la cui narrazione oscilla tra video arte e cinema sperimentale. Il Documentario si è qualificato per la “Consideration” agli Oscars 2023. Vasta la sua bibliografia, con interventi dei maggiori critici d’arte e personalità internazionali del mondo della cultura e dello spettacolo, tra cui Paul Laster, Stephen Knudsen, Rajsa Clavijo, Timothy Hardfield, Paco Barragan, Stefano Biolchini, Hap Erstein, Francesco Gallo Mazzeo, Aldo Gerbino, Giulia Gueci, Demetrio Paparoni, Gabriele Perretta, Vincenzo Trione, Andrea Viliani. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Tra le mostre personali più recenti si ricordano: “Multum animo vidit” presso il PAN-Palazzo delle Arti, Napoli e “Oscurità e sommersione”, presso il Complesso Monumentale dello Steri a Palermo. Ha realizzato installazioni permanenti (Museo dell’Istituto P. Colosimo di Napoli, Museo del Carcere di Nisida), temporanee ed interattive (Nazioni Unite, New York; Art Basel/Scope New York, Basel & Miami; MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Fondazione Banco Napoli, Salone Nautico Internazionale di Genova; Torino Artissima/The Others Fair, The Phair) volte a modificare la percezione dello spazio e le coordinate visive del reale.